In un’epoca di forte globalizzazione, la recente evoluzione del commercio ha evidenziato un vuoto normativo a livello internazionale. Numerose imprese, spinte da questa esigenza di normazione e dalla crescente pressione degli stakeholders, rispondono con l’auto-normazione e l’assunzione di Responsabilità Sociale d‘Impresa volontaria. Una delle forme più comuni che assume la RSI è quella dei codici di condotta: strumenti sospesi tra la dimensione dell’impegno morale e volontario e quella del diritto, dell’obbligo e delle sanzioni. Sorgono spontanee alcune domande: La RSI è davvero in grado di svolgere il ruolo complementare e additivo rispetto a quello svolto da altri congegni regolativi oppure rappresenta un’operazione di mero maquillage aziendale? Oppure, ancora peggio, costituisce una risposta opportunistica delle imprese volta ad evitare o ritardare un quadro normativo più costringente? Più nel dettaglio: i codici di condotta sono dotati di una reale portata regolativa o viceversa sono destinati a restare delle “armi spuntate”? Sono queste le domande provocatorie a cui tenta di rispondere questo lavoro attraverso un’analisi della letteratura in argomento sia nazionale che internazionale.
Responsabilità Sociale d’Impresa e codici di condotta: quale portata regolativa?
Bertinazzi, Elena
2015/2016
Abstract
In un’epoca di forte globalizzazione, la recente evoluzione del commercio ha evidenziato un vuoto normativo a livello internazionale. Numerose imprese, spinte da questa esigenza di normazione e dalla crescente pressione degli stakeholders, rispondono con l’auto-normazione e l’assunzione di Responsabilità Sociale d‘Impresa volontaria. Una delle forme più comuni che assume la RSI è quella dei codici di condotta: strumenti sospesi tra la dimensione dell’impegno morale e volontario e quella del diritto, dell’obbligo e delle sanzioni. Sorgono spontanee alcune domande: La RSI è davvero in grado di svolgere il ruolo complementare e additivo rispetto a quello svolto da altri congegni regolativi oppure rappresenta un’operazione di mero maquillage aziendale? Oppure, ancora peggio, costituisce una risposta opportunistica delle imprese volta ad evitare o ritardare un quadro normativo più costringente? Più nel dettaglio: i codici di condotta sono dotati di una reale portata regolativa o viceversa sono destinati a restare delle “armi spuntate”? Sono queste le domande provocatorie a cui tenta di rispondere questo lavoro attraverso un’analisi della letteratura in argomento sia nazionale che internazionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/20960