La ricerca intende esaminare due argomenti (l’Editto di Rotari e il problema del “popolo” longobardo) nella prospettiva del contatto con le fonti nella storiografia italiana ed europea più recente (1940-2012). Il cap. I sull’editto esamina: Pepe, Bognetti, Cavanna, Gasparri e Azzara, Cammarosano, Delogu, ancora Azzara. Il cap. II sul “popolo” longobardo presenta: Pepe, Geary, Gasparri. Il cap. III espone tre storici che designano tre scuole storiografiche europee: l’inglese Wickham, l’austriaco Pohl, il polacco Modzelewski. L’analisi ha rispettato la successione cronologica delle opere, che ha esposto con ampio uso di citazioni per mostrare direttamente il linguaggio e la terminologia adoperati, che variano da un autore all’altro. La conclusione sottolinea l’importanza di un approccio corretto alle fonti, sempre scarse, ma anche la varietà di strumenti elaborati per avvicinarsi ad esse. Mostra la ricchezza dei punti di vista adottati, l’evoluzione della ricerca storiografica e la frattura tra visione tradizionale (ottocentesca e primo-novecentesca) dei Longobardi e visione che emerge a partire dal 1980. Più che la volontà di concludere, la ricerca vuole indicare i problemi dibattuti e discutere con le varie posizioni espresse dagli storici, mostrando un’attenzione particolare alla “rete concettuale”, che ogni storico usa per affrontare i due argomenti. La necessità di una “rete concettuale” adeguata è l’apporto e il risultato più importante che si sia ottenuto.

I Longobardi nella revisione storiografia italiana ed europea più recente (1940-2012)

Castegnaro, Stefania
2016/2017

Abstract

La ricerca intende esaminare due argomenti (l’Editto di Rotari e il problema del “popolo” longobardo) nella prospettiva del contatto con le fonti nella storiografia italiana ed europea più recente (1940-2012). Il cap. I sull’editto esamina: Pepe, Bognetti, Cavanna, Gasparri e Azzara, Cammarosano, Delogu, ancora Azzara. Il cap. II sul “popolo” longobardo presenta: Pepe, Geary, Gasparri. Il cap. III espone tre storici che designano tre scuole storiografiche europee: l’inglese Wickham, l’austriaco Pohl, il polacco Modzelewski. L’analisi ha rispettato la successione cronologica delle opere, che ha esposto con ampio uso di citazioni per mostrare direttamente il linguaggio e la terminologia adoperati, che variano da un autore all’altro. La conclusione sottolinea l’importanza di un approccio corretto alle fonti, sempre scarse, ma anche la varietà di strumenti elaborati per avvicinarsi ad esse. Mostra la ricchezza dei punti di vista adottati, l’evoluzione della ricerca storiografica e la frattura tra visione tradizionale (ottocentesca e primo-novecentesca) dei Longobardi e visione che emerge a partire dal 1980. Più che la volontà di concludere, la ricerca vuole indicare i problemi dibattuti e discutere con le varie posizioni espresse dagli storici, mostrando un’attenzione particolare alla “rete concettuale”, che ogni storico usa per affrontare i due argomenti. La necessità di una “rete concettuale” adeguata è l’apporto e il risultato più importante che si sia ottenuto.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/19623