Questo lavoro ha come oggetto di analisi i processi inquisitoriali contro Laura Malipiero, una donna di origine greca che nella prima metà del Seicento fu accusata dal Sant’Uffizio veneziano di bigamia, sortilegi e pratiche superstiziose. Laura era conosciuta in città come strega ma non aveva a che fare con il Sabba, non confessò voli notturni, né stipulò patti con il demonio. La sua era una stregoneria che rispondeva ai bisogni concreti e quotidiani di una clientela eterogenea: si trattava ad esempio di legare a sé la persona amata, vincere al gioco, guarire dalle malattie, conoscere il futuro. Questa donna fece della superstizione e dell’arte di guarire un vero e proprio mestiere che le permise di guadagnare, coltivare una fitta rete di relazioni, ritagliarsi un ruolo sociale definito e riconosciuto dalla comunità. Il suo agire al limite tra vita matrimoniale e solitudine, magia e devozione, medicina popolare e superstizione, lecito e illecito, sfera dei sentimenti e interesse economico, le diede la possibilità di ritagliarsi numerosi spazi di libertà.

Tarsia alias Laura Malipiero. Una guaritrice greca alle prese con il Sant'Uffizio nella Venezia del Seicento.

Bernardi, Teresa
2015/2016

Abstract

Questo lavoro ha come oggetto di analisi i processi inquisitoriali contro Laura Malipiero, una donna di origine greca che nella prima metà del Seicento fu accusata dal Sant’Uffizio veneziano di bigamia, sortilegi e pratiche superstiziose. Laura era conosciuta in città come strega ma non aveva a che fare con il Sabba, non confessò voli notturni, né stipulò patti con il demonio. La sua era una stregoneria che rispondeva ai bisogni concreti e quotidiani di una clientela eterogenea: si trattava ad esempio di legare a sé la persona amata, vincere al gioco, guarire dalle malattie, conoscere il futuro. Questa donna fece della superstizione e dell’arte di guarire un vero e proprio mestiere che le permise di guadagnare, coltivare una fitta rete di relazioni, ritagliarsi un ruolo sociale definito e riconosciuto dalla comunità. Il suo agire al limite tra vita matrimoniale e solitudine, magia e devozione, medicina popolare e superstizione, lecito e illecito, sfera dei sentimenti e interesse economico, le diede la possibilità di ritagliarsi numerosi spazi di libertà.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/19344