L’approvazione della versione definitiva della Nuove disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari darà completa attuazione alla riforma iniziata con la modifica del Titolo V t.u.b. ad opera del d.lgs. 141/2010. Già dalle bozze poste in consultazione appare evidente l’obiettivo della Banca d’Italia di estendere agli intermediari del nuovo albo unico la normativa applicata in ambito bancario, in modo da creare un sistema di vigilanza equivalente che tenga conto, però, delle peculiarità degli intermediari non bancari. In questo studio, dopo aver ripercorso brevemente le tappe più significative dell’evoluzione della disciplina di vigilanza sugli intermediari finanziari non bancari, ci si soffermerà sulle principali novità e sui principi che hanno guidato il legislatore nell'elaborazione delle nuove disposizioni di vigilanza. In seguito, la trattazione verterà principalmente sull'ultima versione delle bozze, svolgendo un’analisi approfondita della “vigilanza prudenziale” sugli intermediari, alla luce del Titolo IV delle nuove disposizioni. L’obiettivo è quello di valutare la portata innovativa della disciplina di vigilanza evidenziandone vantaggi e criticità. Nel corso dell’esposizione, risulterà indispensabile, inoltre, il confronto con la legislazione europea e con le disposizioni in ambito bancario, per comprendere in che modo la Banca d’Italia ha inteso declinare il principio di proporzionalità nell'elaborazione di una vigilanza equivalente a quella bancaria.
La "vigilanza prudenziale" sugli intermediari finanziari nelle nuove disposizioni della Banca d'Italia
Pan, Alessia
2015/2016
Abstract
L’approvazione della versione definitiva della Nuove disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari darà completa attuazione alla riforma iniziata con la modifica del Titolo V t.u.b. ad opera del d.lgs. 141/2010. Già dalle bozze poste in consultazione appare evidente l’obiettivo della Banca d’Italia di estendere agli intermediari del nuovo albo unico la normativa applicata in ambito bancario, in modo da creare un sistema di vigilanza equivalente che tenga conto, però, delle peculiarità degli intermediari non bancari. In questo studio, dopo aver ripercorso brevemente le tappe più significative dell’evoluzione della disciplina di vigilanza sugli intermediari finanziari non bancari, ci si soffermerà sulle principali novità e sui principi che hanno guidato il legislatore nell'elaborazione delle nuove disposizioni di vigilanza. In seguito, la trattazione verterà principalmente sull'ultima versione delle bozze, svolgendo un’analisi approfondita della “vigilanza prudenziale” sugli intermediari, alla luce del Titolo IV delle nuove disposizioni. L’obiettivo è quello di valutare la portata innovativa della disciplina di vigilanza evidenziandone vantaggi e criticità. Nel corso dell’esposizione, risulterà indispensabile, inoltre, il confronto con la legislazione europea e con le disposizioni in ambito bancario, per comprendere in che modo la Banca d’Italia ha inteso declinare il principio di proporzionalità nell'elaborazione di una vigilanza equivalente a quella bancaria.File | Dimensione | Formato | |
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