Questa tesi è il tentativo di dare voce e dignità alla vita di mio padre, testimone di alcune delle vicende belliche più importanti nella storia italiana del XX° secolo. Ho ripercorso quegli episodi attraverso i racconti e gli aneddoti che lui mi raccontava durante la mia infanzia e adolescenza e che hanno lasciato una traccia indelebile nella mia mente. Mio padre si chiamava Silvio Gatto ed era nato nel 1911 alle soglie della prima guerra mondiale. Trascorse la sua infanzia durante la Grande guerra e entrò nella giovinezza quando il fascismo si cullava nel sogno di entrare a pieno titolo tra le potenze europee che avevano un posto al sole. Nel 1935 venne richiamato alle armi per partecipare alla guerra d’Etiopia nella divisione Gran Sasso, artiglieria a cavallo, dove combattè fino al luglio del 1936. Ritornato in Italia, dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, ripartì per la Jugoslavia dopo solo due mesi dalla celebrazione del matrimonio con mia madre. Questa volta fece parte della divisione Sassari , artiglieria montagna, e ritornò in Italia dopo due anni; si trovò a Roma l’otto settembre, dove assistette al crollo dell’Impero italiano e alla fuga del re. Dopo un rocambolesco ritorno a casa, rischiando di essere deportato in Germania, assistette al bombardamento del 21 marzo del 1944 della zona marittima di Venezia. Ho cercato, attraverso la contestualizzazione storica, di approfondire e comprendere meglio gli eventi a cui aveva partecipato, svelare la sua personalità alla luce di queste vicende che sicuramente l’avevano segnato in profondità e di avvicinarmi alla sua persona come un figlio alla ricerca del padre.

La guerra di mio padre

Gatto, Luigino
2015/2016

Abstract

Questa tesi è il tentativo di dare voce e dignità alla vita di mio padre, testimone di alcune delle vicende belliche più importanti nella storia italiana del XX° secolo. Ho ripercorso quegli episodi attraverso i racconti e gli aneddoti che lui mi raccontava durante la mia infanzia e adolescenza e che hanno lasciato una traccia indelebile nella mia mente. Mio padre si chiamava Silvio Gatto ed era nato nel 1911 alle soglie della prima guerra mondiale. Trascorse la sua infanzia durante la Grande guerra e entrò nella giovinezza quando il fascismo si cullava nel sogno di entrare a pieno titolo tra le potenze europee che avevano un posto al sole. Nel 1935 venne richiamato alle armi per partecipare alla guerra d’Etiopia nella divisione Gran Sasso, artiglieria a cavallo, dove combattè fino al luglio del 1936. Ritornato in Italia, dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, ripartì per la Jugoslavia dopo solo due mesi dalla celebrazione del matrimonio con mia madre. Questa volta fece parte della divisione Sassari , artiglieria montagna, e ritornò in Italia dopo due anni; si trovò a Roma l’otto settembre, dove assistette al crollo dell’Impero italiano e alla fuga del re. Dopo un rocambolesco ritorno a casa, rischiando di essere deportato in Germania, assistette al bombardamento del 21 marzo del 1944 della zona marittima di Venezia. Ho cercato, attraverso la contestualizzazione storica, di approfondire e comprendere meglio gli eventi a cui aveva partecipato, svelare la sua personalità alla luce di queste vicende che sicuramente l’avevano segnato in profondità e di avvicinarmi alla sua persona come un figlio alla ricerca del padre.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
814573-66523.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 3.96 MB
Formato Adobe PDF
3.96 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/18935