Il presente lavoro di tesi è focalizzato sulla valutazione del potenziale fotovoltaico e della riqualificazione energetica degli edifici residenziali nel comune di Ponte nelle Alpi (BL), a fronte della riduzione dell’inquinamento provocato dal riscaldamento residenziale; quest’ultimo, infatti, grava per l’88% sull’inquinamento totale da polveri sottili (PM10 e 2.5) in provincia di Belluno. Gli apparecchi per il riscaldamento domestico sono alimentati a legna (presente in grandissime quantità nella provincia bellunese) che ha un costo minore rispetto agli altri combustibili e viene, per la maggior parte, autoprodotta. Il problema si fa arduo nei mesi invernali, dove grandi quantità di biomasse vengono bruciate per riscaldarsi, creando (per via della stagione e quindi delle condizioni climatiche) grandi ristagni di inquinanti nell’aria, che vanno a compromettere fortemente la qualità della stessa e creare problemi alla salute dei cittadini. La soluzione a tale problema è stata individuata nel fotovoltaico, ed in primis nell’aumento della coibentazione degli edifici, fondamentale per ridurre le perdite di calore tramite pareti ed infissi, e di conseguenza i consumi per il riscaldamento stesso. Lo studio ha cercato di promuovere il passaggio a risorse e tecnologie rinnovabili, rimanendo nell’ottica futura imposta dalla COP 21 di Parigi, cercando, così, di abbassare (quanto più possibile) la dipendenza da biomasse e combustibili fossili.
Valutazione del potenziale fotovoltaico e della riqualificazione energetica degli edifici del comune di Ponte nelle Alpi (BL) a fronte della riduzione dell'inquinamento generato dal riscaldamento domestico tramite biomasse
Calvi, Marco
2016/2017
Abstract
Il presente lavoro di tesi è focalizzato sulla valutazione del potenziale fotovoltaico e della riqualificazione energetica degli edifici residenziali nel comune di Ponte nelle Alpi (BL), a fronte della riduzione dell’inquinamento provocato dal riscaldamento residenziale; quest’ultimo, infatti, grava per l’88% sull’inquinamento totale da polveri sottili (PM10 e 2.5) in provincia di Belluno. Gli apparecchi per il riscaldamento domestico sono alimentati a legna (presente in grandissime quantità nella provincia bellunese) che ha un costo minore rispetto agli altri combustibili e viene, per la maggior parte, autoprodotta. Il problema si fa arduo nei mesi invernali, dove grandi quantità di biomasse vengono bruciate per riscaldarsi, creando (per via della stagione e quindi delle condizioni climatiche) grandi ristagni di inquinanti nell’aria, che vanno a compromettere fortemente la qualità della stessa e creare problemi alla salute dei cittadini. La soluzione a tale problema è stata individuata nel fotovoltaico, ed in primis nell’aumento della coibentazione degli edifici, fondamentale per ridurre le perdite di calore tramite pareti ed infissi, e di conseguenza i consumi per il riscaldamento stesso. Lo studio ha cercato di promuovere il passaggio a risorse e tecnologie rinnovabili, rimanendo nell’ottica futura imposta dalla COP 21 di Parigi, cercando, così, di abbassare (quanto più possibile) la dipendenza da biomasse e combustibili fossili.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/18770