Mi vidi attaccarmi a quell’autobus in corsa, se fossi salito a bordo avrei trovato quella ragazza senza nome, colei che, ogni qualvolta la in contrassi, riusciva sempre ad avvicinarsi a me. Nel 2004, quando io abitavo ancora nella casa di un amico appena fuori dall’ingresso di Parco Chaoyang, un mattino un inquilino del piano di sopra mi portò una lettera di Mimi Fang che mi scriveva da San Francisco. Dal momento che lei non conosceva il mio indirizzo, la lettera era passata per le mani di diversi amici e, trattenuta, solo dopo parecchi mesi era stata finalmente recapitata a me, con la busta già un po’spiegazzata. Nella lettera scriveva d’essere prossima a conseguire il diploma superiore, che aveva superato l’esame d’ammissione per la facoltà di letteratura inglese presso un’università della East Coast che non avevo mai sentito nominare, e che in estate avrebbe dovuto trasferirsi in una stanza in affitto o nel dormitorio studentesco del campus. Diceva di avere un ragazzo, uno del posto, onesto, che sapeva scrivere bene, razionale ma depresso…Nella lettera mi chiedeva, “Non ricorda un po’mio padre?”.

Parlando con nostra figlia di Wang Shuo- tradizione analisi del romanzo

Tuzzato, Chiara
2016/2017

Abstract

Mi vidi attaccarmi a quell’autobus in corsa, se fossi salito a bordo avrei trovato quella ragazza senza nome, colei che, ogni qualvolta la in contrassi, riusciva sempre ad avvicinarsi a me. Nel 2004, quando io abitavo ancora nella casa di un amico appena fuori dall’ingresso di Parco Chaoyang, un mattino un inquilino del piano di sopra mi portò una lettera di Mimi Fang che mi scriveva da San Francisco. Dal momento che lei non conosceva il mio indirizzo, la lettera era passata per le mani di diversi amici e, trattenuta, solo dopo parecchi mesi era stata finalmente recapitata a me, con la busta già un po’spiegazzata. Nella lettera scriveva d’essere prossima a conseguire il diploma superiore, che aveva superato l’esame d’ammissione per la facoltà di letteratura inglese presso un’università della East Coast che non avevo mai sentito nominare, e che in estate avrebbe dovuto trasferirsi in una stanza in affitto o nel dormitorio studentesco del campus. Diceva di avere un ragazzo, uno del posto, onesto, che sapeva scrivere bene, razionale ma depresso…Nella lettera mi chiedeva, “Non ricorda un po’mio padre?”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/18296