Nella laguna veneziana sono conservati alcuni preziosi pavimenti in opus sectile e tessellatum di epoca romanica, testimoni di una cultura artistica che può essere definita ‘bizantino-veneziana’. Quello della basilica di Santa Maria Assunta a Torcello è il più antico, seguito dal quello della basilica di San Marco; sull’onda delle innovazioni artistiche di questi due cantieri vennero eseguiti anche i pavimenti delle chiese di San Zaccaria e di San Lorenzo, di cui oggi sopravvivono solo alcuni lacerti, mentre a metà del XII secolo venne portato a compimento quello del Duomo di Murano. Le geometrie di questi sectilia delineano un itinerario sacro di chiara derivazione bizantina, come bizantini furono anche i maestri che realizzarono, secondo le fonti, il pavimento scomparso dell’abbazia di Montecassino. Quest’ultimo ebbe un’eco artistica fortissima, come testimoniano alcuni edifici sacri della zona, ed è stato per molto tempo visto come il diretto antecedente dei pavimenti cosiddetti ‘cosmateschi’, realizzati tra il XII e il XIII secolo da famiglie di marmorari romani, chiamati complessivamente Cosmati. L’obiettivo dell’elaborato è dimostrare come, a differenza dei pavimenti realizzati da maestranze bizantine, in cui le complesse geometrie erano portatrici di profondi significati teologici, quelli cosmateschi persero il legame con la cristianità orientale ed erano, dunque, portatori di valori diversi, legati al clima culturale della Riforma gregoriana.

Opus sectile pavimentale e itinerari simbolici negli edifici sacri tra XI e XII secolo. Le chiese di Venezia, l'abbazia di Montecassino e i maestri Cosmati.

Venturi, Valentina
2019/2020

Abstract

Nella laguna veneziana sono conservati alcuni preziosi pavimenti in opus sectile e tessellatum di epoca romanica, testimoni di una cultura artistica che può essere definita ‘bizantino-veneziana’. Quello della basilica di Santa Maria Assunta a Torcello è il più antico, seguito dal quello della basilica di San Marco; sull’onda delle innovazioni artistiche di questi due cantieri vennero eseguiti anche i pavimenti delle chiese di San Zaccaria e di San Lorenzo, di cui oggi sopravvivono solo alcuni lacerti, mentre a metà del XII secolo venne portato a compimento quello del Duomo di Murano. Le geometrie di questi sectilia delineano un itinerario sacro di chiara derivazione bizantina, come bizantini furono anche i maestri che realizzarono, secondo le fonti, il pavimento scomparso dell’abbazia di Montecassino. Quest’ultimo ebbe un’eco artistica fortissima, come testimoniano alcuni edifici sacri della zona, ed è stato per molto tempo visto come il diretto antecedente dei pavimenti cosiddetti ‘cosmateschi’, realizzati tra il XII e il XIII secolo da famiglie di marmorari romani, chiamati complessivamente Cosmati. L’obiettivo dell’elaborato è dimostrare come, a differenza dei pavimenti realizzati da maestranze bizantine, in cui le complesse geometrie erano portatrici di profondi significati teologici, quelli cosmateschi persero il legame con la cristianità orientale ed erano, dunque, portatori di valori diversi, legati al clima culturale della Riforma gregoriana.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/17802