L’Istria e il confine italo – sloveno sono oggi luoghi di convivenza pacifica ma, fino al secolo scorso, erano oggetto di rivendicazioni territoriali da parte di più stati. Qui l’identità nazionale è sempre stata imposta dalle autorità, ma mai realmente sentita come unica e definita. La fine del secondo conflitto mondiale ha ridotto gli italiani - prima cultura dominante - a minoranza nella regione. Se tra il XX e il XXI secolo gli artisti sloveni e croati hanno sviluppato temi legati alla frattura identitaria causata dagli eventi, lo stesso non si può dire della minoranza. Il trauma dell’esodo e dello sradicamento non è stato affrontato nell’arte, che ha preso una piega folkloristica e nostalgica. Questo elaborato è stato sviluppato partendo da un inquadramento storico e artistico della regione, per poi analizzare come i musei affrontano la rappresentazione della minoranza. Siamo all’interno di uno scenario di Contested Histories in cui i musei possono avere un ruolo attivo nel discorso, come dimostrano recenti ricerche europee ed extraeuropee. Attingendo ad esempi di istituzioni museali che si occupano di “storie contese”, si tenterà di pensare a un approccio museale in grado di ricucire le fratture storiche e identitarie. In ultima analisi verranno esposti buoni esempi nelle arti contemporanee - nel contesto della Border e Public Art - in cui gli artisti, mescolando linguaggi e mezzi, hanno saputo attualizzare il discorso e allargarlo a tutta la popolazione.

Contested Histories e Border Art al confine che non c'è. Identità plurime in Istria e al confine italo-sloveno

Chia, Samantha
2024/2025

Abstract

L’Istria e il confine italo – sloveno sono oggi luoghi di convivenza pacifica ma, fino al secolo scorso, erano oggetto di rivendicazioni territoriali da parte di più stati. Qui l’identità nazionale è sempre stata imposta dalle autorità, ma mai realmente sentita come unica e definita. La fine del secondo conflitto mondiale ha ridotto gli italiani - prima cultura dominante - a minoranza nella regione. Se tra il XX e il XXI secolo gli artisti sloveni e croati hanno sviluppato temi legati alla frattura identitaria causata dagli eventi, lo stesso non si può dire della minoranza. Il trauma dell’esodo e dello sradicamento non è stato affrontato nell’arte, che ha preso una piega folkloristica e nostalgica. Questo elaborato è stato sviluppato partendo da un inquadramento storico e artistico della regione, per poi analizzare come i musei affrontano la rappresentazione della minoranza. Siamo all’interno di uno scenario di Contested Histories in cui i musei possono avere un ruolo attivo nel discorso, come dimostrano recenti ricerche europee ed extraeuropee. Attingendo ad esempi di istituzioni museali che si occupano di “storie contese”, si tenterà di pensare a un approccio museale in grado di ricucire le fratture storiche e identitarie. In ultima analisi verranno esposti buoni esempi nelle arti contemporanee - nel contesto della Border e Public Art - in cui gli artisti, mescolando linguaggi e mezzi, hanno saputo attualizzare il discorso e allargarlo a tutta la popolazione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/17419