Punto di partenza di questa ricerca sono la traduzione latina del corpus euclideo da parte di Bartolomeo Zamberti (1505), e, in particolar modo, le dediche inserite dall’autore, qui trascritte e tradotte in italiano per la prima volta. L’interesse per Zamberti e i suoi dedicatari è dettato dai rapporti che intrattengono con artisti, committenti e autori di trattatistica d’arte, i quali si interessano ai princìpi euclidei soprattutto in relazione ai recenti sviluppi degli studi prospettici. Dopo aver affrontato le vicende biografiche di Bartolomeo e la fortuna del testo euclideo tra Quattro e Cinquecento, il nostro studio si sofferma su Giovanni Zamberti, matematico ed esperto di prospettiva nonché fratello dell’autore, e sui suoi contatti con Daniele Barbaro, Vittore Carpaccio e Girolamo Malatini, maestro di perspettiva dal profilo ancora incerto. È il fratello di Bartolomeo, infatti, il personaggio in cui convergono i tre filoni su cui si incardina la ricerca: la filologia, la matematica, l’arte. Lo studio prosegue con l’analisi delle caratteristiche della bottega di Tacuino, cui Zamberti fa stampare la sua recensio, e dei rapporti tra le figurazioni del frontespizio e dei capilettera dell’edizione e gli sviluppi artistici veneziani dell’ultimo decennio del Quattrocento. Il testo si conclude portando alla luce i rapporti tra la cerchia di intellettuali riuniti intorno ai fratelli Zamberti e i partecipanti alla prolusione di Luca Pacioli su Euclide, tenutasi a Rialto nel 1508.
L’Euclide di Bartolomeo Zamberti e il Rinascimento della matematica e delle arti a Venezia tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento
Bernante, Anna
2020/2021
Abstract
Punto di partenza di questa ricerca sono la traduzione latina del corpus euclideo da parte di Bartolomeo Zamberti (1505), e, in particolar modo, le dediche inserite dall’autore, qui trascritte e tradotte in italiano per la prima volta. L’interesse per Zamberti e i suoi dedicatari è dettato dai rapporti che intrattengono con artisti, committenti e autori di trattatistica d’arte, i quali si interessano ai princìpi euclidei soprattutto in relazione ai recenti sviluppi degli studi prospettici. Dopo aver affrontato le vicende biografiche di Bartolomeo e la fortuna del testo euclideo tra Quattro e Cinquecento, il nostro studio si sofferma su Giovanni Zamberti, matematico ed esperto di prospettiva nonché fratello dell’autore, e sui suoi contatti con Daniele Barbaro, Vittore Carpaccio e Girolamo Malatini, maestro di perspettiva dal profilo ancora incerto. È il fratello di Bartolomeo, infatti, il personaggio in cui convergono i tre filoni su cui si incardina la ricerca: la filologia, la matematica, l’arte. Lo studio prosegue con l’analisi delle caratteristiche della bottega di Tacuino, cui Zamberti fa stampare la sua recensio, e dei rapporti tra le figurazioni del frontespizio e dei capilettera dell’edizione e gli sviluppi artistici veneziani dell’ultimo decennio del Quattrocento. Il testo si conclude portando alla luce i rapporti tra la cerchia di intellettuali riuniti intorno ai fratelli Zamberti e i partecipanti alla prolusione di Luca Pacioli su Euclide, tenutasi a Rialto nel 1508.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/16913