Partendo da un catalogo ragionato del Fondo tessile Appiani conservato ai Musei Civici di Treviso, donato nel 2010 da Adonella Appiani e costituito da un insieme di abiti e accessori, si è avviato uno studio volto a evidenziare le potenzialità produttive della realtà italiana e trevigiana nell’ambito della creazione sartoriale e della modisteria, confrontabile con le coeve esperienze nazionali. Per la catalogazione dei manufatti si è utilizzata la scheda VeAC suddividendoli in due distinte sezioni: abiti (18 esemplari) e cappelli (67 articoli). La catalogazione dei capi di abbigliamento (attuata nel livello P) ha evidenziato una relazione tra il contesto produttivo locale e nazionale, permettendo di ricollocare gli oggetti studiati nel panorama dello lo sviluppo della storia della moda dagli anni ʼ50 fino agli anni ʼ70. Gli abiti hanno contribuito alla ricostruzione di parte della storia della produzione sartoriale cittadina, di cui si è indagata la presenza pure a livello documentario nelle carte della Camera di Commercio di Treviso. La sezione dei cappelli ha stimolato uno studio su un argomento come la modisteria, una delle tante attività artigianali presenti nelle città italiane, accostabile all’alta sartoria e ancora appaiabile alla diffusione dell’industria della moda pronta, evidenziando l’abitudine, diffusa soprattutto tra le donne dell’alta borghesia, di rivolgersi alla modisteria per la creazione di modelli talora esclusivi, mentre per occasioni differenti si acquistavano cappelli pronti di provenienza non per forza italiana.
Il fondo Appiani dei Musei Civici di Treviso: percorsi tra moda e modisteria
Riva, Valentina
2015/2016
Abstract
Partendo da un catalogo ragionato del Fondo tessile Appiani conservato ai Musei Civici di Treviso, donato nel 2010 da Adonella Appiani e costituito da un insieme di abiti e accessori, si è avviato uno studio volto a evidenziare le potenzialità produttive della realtà italiana e trevigiana nell’ambito della creazione sartoriale e della modisteria, confrontabile con le coeve esperienze nazionali. Per la catalogazione dei manufatti si è utilizzata la scheda VeAC suddividendoli in due distinte sezioni: abiti (18 esemplari) e cappelli (67 articoli). La catalogazione dei capi di abbigliamento (attuata nel livello P) ha evidenziato una relazione tra il contesto produttivo locale e nazionale, permettendo di ricollocare gli oggetti studiati nel panorama dello lo sviluppo della storia della moda dagli anni ʼ50 fino agli anni ʼ70. Gli abiti hanno contribuito alla ricostruzione di parte della storia della produzione sartoriale cittadina, di cui si è indagata la presenza pure a livello documentario nelle carte della Camera di Commercio di Treviso. La sezione dei cappelli ha stimolato uno studio su un argomento come la modisteria, una delle tante attività artigianali presenti nelle città italiane, accostabile all’alta sartoria e ancora appaiabile alla diffusione dell’industria della moda pronta, evidenziando l’abitudine, diffusa soprattutto tra le donne dell’alta borghesia, di rivolgersi alla modisteria per la creazione di modelli talora esclusivi, mentre per occasioni differenti si acquistavano cappelli pronti di provenienza non per forza italiana.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/16792