La presente ricerca è un lavoro di indagine comparativa fra uno scrittore, Thomas Pynchon, e un regista, Paul Thomas Anderson. Il ponte che li collega è l’adattamento cinematografico da parte di Anderson dell’opera “Vizio di forma” di Pynchon, che tuttavia consiste nel punto finale di questa ricerca, che affronta diverse tematiche affini ai due autori, quali la teoria del postmoderno, la comune ambientazione californiana di molti loro lavori – e una contemporanea critica agli Stati Uniti fra XX e XXI secolo –, la complessità della narrazione, e infine tenta di mostrare il valore di queste opere all’interno dei rispettivi corpus. Infatti, notoriamente la critica bolla “Vizio di forma” come un testo “minore” di Pynchon, se messo a confronto con i suoi acclamati capolavori come “L’arcobaleno della gravità” o “Mason & Dixon”; analogamente, l’adattamento di Anderson è considerato come un lungometraggio più “leggero” e meno impegnativo di grandi successi come “Magnolia” e “Il petroliere”. Senza cimentarsi in confronti intertestuali troppo azzardati, questa ricerca intende tuttavia sottolineare le peculiarità stilistiche e i caratteri di un codice artistico che in entrambi i “Vizio di forma” vengono riproposti in una veste volutamente disimpegnata, ma pur sempre di grande caratura artistica.
Vizio intrinseco in piano sequenza. Thomas Pynchon e Paul Thomas Anderson
Lanzetta, Francesco
2023/2024
Abstract
La presente ricerca è un lavoro di indagine comparativa fra uno scrittore, Thomas Pynchon, e un regista, Paul Thomas Anderson. Il ponte che li collega è l’adattamento cinematografico da parte di Anderson dell’opera “Vizio di forma” di Pynchon, che tuttavia consiste nel punto finale di questa ricerca, che affronta diverse tematiche affini ai due autori, quali la teoria del postmoderno, la comune ambientazione californiana di molti loro lavori – e una contemporanea critica agli Stati Uniti fra XX e XXI secolo –, la complessità della narrazione, e infine tenta di mostrare il valore di queste opere all’interno dei rispettivi corpus. Infatti, notoriamente la critica bolla “Vizio di forma” come un testo “minore” di Pynchon, se messo a confronto con i suoi acclamati capolavori come “L’arcobaleno della gravità” o “Mason & Dixon”; analogamente, l’adattamento di Anderson è considerato come un lungometraggio più “leggero” e meno impegnativo di grandi successi come “Magnolia” e “Il petroliere”. Senza cimentarsi in confronti intertestuali troppo azzardati, questa ricerca intende tuttavia sottolineare le peculiarità stilistiche e i caratteri di un codice artistico che in entrambi i “Vizio di forma” vengono riproposti in una veste volutamente disimpegnata, ma pur sempre di grande caratura artistica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/16496