Il presente lavoro trova motivo in una riflessione che dall’età moderna arriva a quella contemporanea mediante un “marker” più o meno turistico come quello di “Versailles Italiana” attribuito, anche se non in maniera esclusiva, alla Reggia di Caserta, per similitudini strutturali e progettuali a cui l’architetto Luigi Vanvitelli si è ispirato nella sua progettazione e successiva realizzazione. Dall’adozione del modello francese al suo “abbandono”, invece, per la progettazione del Giardino Inglese, una delle “reali delizie” e oggetto di questo studio; un percorso, più che un’analisi, superando l’idea di mero confronto tra le due realtà, quella italiana e quella francese, tra le tappe fondamentali della sua realizzazione fortemente voluta e influenzata da una committenza “illuminata”, alla continua ricerca e scoperta di un’interpretazione alternativa, e probabilmente più adatta, di ogni scelta e motivazione inerenti al giardino, per la sua struttura e composizione, per il significato e la simbologia, neanche eccessivamente velata, e che ritrova in ognuno di questi elementi riscontro con un simbolismo massonico di cui la corte napoletana e non solo, ne era permeata all’epoca e che fanno del giardino inglese della Regina Carolina d’Austria, rispetto all’intero complesso casertano, l’opportunità per antonomasia per un tentativo di “restituzione identitaria”.

Il Giardino Inglese della Reggia di Caserta, reale delizia di una committenza “illuminata”: dalla “Versailles italiana” all’abbandono del modello francese in una riflessione contemporanea per un tentativo di restituzione identitaria.

Pizzano, Claudia
2023/2024

Abstract

Il presente lavoro trova motivo in una riflessione che dall’età moderna arriva a quella contemporanea mediante un “marker” più o meno turistico come quello di “Versailles Italiana” attribuito, anche se non in maniera esclusiva, alla Reggia di Caserta, per similitudini strutturali e progettuali a cui l’architetto Luigi Vanvitelli si è ispirato nella sua progettazione e successiva realizzazione. Dall’adozione del modello francese al suo “abbandono”, invece, per la progettazione del Giardino Inglese, una delle “reali delizie” e oggetto di questo studio; un percorso, più che un’analisi, superando l’idea di mero confronto tra le due realtà, quella italiana e quella francese, tra le tappe fondamentali della sua realizzazione fortemente voluta e influenzata da una committenza “illuminata”, alla continua ricerca e scoperta di un’interpretazione alternativa, e probabilmente più adatta, di ogni scelta e motivazione inerenti al giardino, per la sua struttura e composizione, per il significato e la simbologia, neanche eccessivamente velata, e che ritrova in ognuno di questi elementi riscontro con un simbolismo massonico di cui la corte napoletana e non solo, ne era permeata all’epoca e che fanno del giardino inglese della Regina Carolina d’Austria, rispetto all’intero complesso casertano, l’opportunità per antonomasia per un tentativo di “restituzione identitaria”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/16495