Con questo lavoro ci si propone di studiare una sommossa popolare scoppiata a Trieste, nel quartiere popolare di San Giacomo, l’8 settembre 1920. Si trattò di una vera e propria sollevazione popolare e i disordini si susseguirono fino al 10 settembre, quando l’esercito intervenne, occupando militarmente il quartiere. Per comprendere come mai un quartiere fu in preda a tali sconvolgimenti, laddove non vi era mai stato nel recente passato alcun precedente di qualsivoglia esempio di ribellismo politico e sociale, lo studio ha approfondito due grandi macro-temi: innanzitutto, le radici della complessa struttura etnica e sociale di un quartiere con una forte presenza slovena e con un’importante identità socialista; in secondo luogo, lo sviluppo dell’evento, quindi le cause scatenanti, l’evolversi dei fatti, la repressione da parte della forza pubblica, la ricerca dell’identità degli arrestati e le conseguenze a lungo termine della vicenda. Il tutto è stato considerato alla luce della particolare e unica congiuntura storica del primo dopoguerra triestino, quando la città, ultimo tassello dell’unificazione nazionale nella propaganda nazionalista ed irredentista, passò effettivamente a far parte del Regno d’Italia. Lo studio è stato effettuato prima di tutto a partire dai fondi del Commissariato Generale Civile e del Censimento della popolazione del Regno d’Italia del 1921, conservati rispettivamente presso l’Archivio di Stato di Trieste, il primo, e nell’Archivio Generale del Comune di Trieste, il secondo. La ricerca è stata poi integrata con l’analisi dei maggiori quotidiani locali, con le testimonianze scritte dei protagonisti e dei testimoni dell’epoca e con la bibliografia esistente sul periodo del primo dopoguerra nazionale e locale.
San Giacomo 1920: l'insurrezione di un quartiere popolare nella Trieste italiana
Cenetiempo, Luca
2019/2020
Abstract
Con questo lavoro ci si propone di studiare una sommossa popolare scoppiata a Trieste, nel quartiere popolare di San Giacomo, l’8 settembre 1920. Si trattò di una vera e propria sollevazione popolare e i disordini si susseguirono fino al 10 settembre, quando l’esercito intervenne, occupando militarmente il quartiere. Per comprendere come mai un quartiere fu in preda a tali sconvolgimenti, laddove non vi era mai stato nel recente passato alcun precedente di qualsivoglia esempio di ribellismo politico e sociale, lo studio ha approfondito due grandi macro-temi: innanzitutto, le radici della complessa struttura etnica e sociale di un quartiere con una forte presenza slovena e con un’importante identità socialista; in secondo luogo, lo sviluppo dell’evento, quindi le cause scatenanti, l’evolversi dei fatti, la repressione da parte della forza pubblica, la ricerca dell’identità degli arrestati e le conseguenze a lungo termine della vicenda. Il tutto è stato considerato alla luce della particolare e unica congiuntura storica del primo dopoguerra triestino, quando la città, ultimo tassello dell’unificazione nazionale nella propaganda nazionalista ed irredentista, passò effettivamente a far parte del Regno d’Italia. Lo studio è stato effettuato prima di tutto a partire dai fondi del Commissariato Generale Civile e del Censimento della popolazione del Regno d’Italia del 1921, conservati rispettivamente presso l’Archivio di Stato di Trieste, il primo, e nell’Archivio Generale del Comune di Trieste, il secondo. La ricerca è stata poi integrata con l’analisi dei maggiori quotidiani locali, con le testimonianze scritte dei protagonisti e dei testimoni dell’epoca e con la bibliografia esistente sul periodo del primo dopoguerra nazionale e locale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/1627