Il seguente lavoro ha l’obiettivo di sottolineare l’importanza della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) e del ruolo dell’assistente alla comunicazione nel percorso scolastico di un bambino affetto da sordità. Si tratta rispettivamente di una strategia e di una figura (entrambe di supporto) che risultano essenziali non solo per la piena integrazione dell’alunno ma anche per un’ottica di sviluppo linguistico, psicologico e comportamentale. Per introdurre queste tematiche è stato fondamentale trattare il tema dell’acquisizione linguistica, presentando le tappe dello sviluppo tipico e atipico, sottolineando quindi il normale sviluppo linguistico e come questo possa subire variazioni in caso di disabilità. Solo successivamente è stato introdotta la CAA, sottolineando i termini, gli usi, gli scopi e gli strumenti che la caratterizzano : in modo particolare si sono esposte tre strategie di simbolizzazione, quali la metodologia BLISS, PCS e PECS. Si è inoltre proposta anche la LIS come forma di CAA, sottolineando come questa non sia adatta solo a contesti collegati alla sordità ma anche in situazioni di supporto linguistico dove siano invece presenti difficoltà o disabilità particolari. Si può parlare, dunque, di LIS come lingua madre ma anche come forma di CAA. A seguire, è stata introdotta la figura dell’assistente alla comunicazione, individuandone il ruolo, la formazione, le competenze e, in generale, l’ambiente lavorativo. Infine viene esposta la mia esperienza personale: lavoro in una scuola elementare come assistente alla comunicazione di una bambina sorda, con la quale viene usata la LIS come lingua e la CAA come strategia di supporto linguistico (in modo particolare la metodologia PCS).
“ L’importanza della CAA e dell’assistente alla comunicazione nel percorso scolastico di un bambino sordo”
Primavera, Greta
2023/2024
Abstract
Il seguente lavoro ha l’obiettivo di sottolineare l’importanza della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) e del ruolo dell’assistente alla comunicazione nel percorso scolastico di un bambino affetto da sordità. Si tratta rispettivamente di una strategia e di una figura (entrambe di supporto) che risultano essenziali non solo per la piena integrazione dell’alunno ma anche per un’ottica di sviluppo linguistico, psicologico e comportamentale. Per introdurre queste tematiche è stato fondamentale trattare il tema dell’acquisizione linguistica, presentando le tappe dello sviluppo tipico e atipico, sottolineando quindi il normale sviluppo linguistico e come questo possa subire variazioni in caso di disabilità. Solo successivamente è stato introdotta la CAA, sottolineando i termini, gli usi, gli scopi e gli strumenti che la caratterizzano : in modo particolare si sono esposte tre strategie di simbolizzazione, quali la metodologia BLISS, PCS e PECS. Si è inoltre proposta anche la LIS come forma di CAA, sottolineando come questa non sia adatta solo a contesti collegati alla sordità ma anche in situazioni di supporto linguistico dove siano invece presenti difficoltà o disabilità particolari. Si può parlare, dunque, di LIS come lingua madre ma anche come forma di CAA. A seguire, è stata introdotta la figura dell’assistente alla comunicazione, individuandone il ruolo, la formazione, le competenze e, in generale, l’ambiente lavorativo. Infine viene esposta la mia esperienza personale: lavoro in una scuola elementare come assistente alla comunicazione di una bambina sorda, con la quale viene usata la LIS come lingua e la CAA come strategia di supporto linguistico (in modo particolare la metodologia PCS).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/15545