In questa tesi viene approfondita la connessione, ancora sottovalutata, tra il femminismo e la pianificazione urbana. Viene introdotto il femminismo per cogliere il senso profondo del movimento, che non punta all'egemonia della donna sull'uomo ma alla parità di genere. Questo principio viene analizzato all'interno del settore dell’urbanistica. Gli studi delle femministe della fine del Novecento (tra cui Dolores Hayden e Jane Jacobs) circa la pianificazione urbana di quel periodo, aprono ad un’attenta analisi della costruzione delle città. Gli spazi urbani sono pianificati su misura di uomini bianchi adulti e lavoratori, senza considerare le diversità individuali presenti all'interno della città, creando ulteriori disuguaglianze. Nell'elaborato viene studiata la situazione delle donne nella città, tra difficoltà, discriminazioni e disuguaglianze fino a giungere a pratiche positive che riescano a creare una “città di genere”. Con quest’ultimo termine si intende descrivere una trasposizione, nella pratica cittadina, dei principi femministi, andando a creare una città che sia attenta alle donne e attenta a tutti.

Femminismo e pianificazione urbana. Storia e pratiche di “città di genere”.

Ravasio, Silvia
2020/2021

Abstract

In questa tesi viene approfondita la connessione, ancora sottovalutata, tra il femminismo e la pianificazione urbana. Viene introdotto il femminismo per cogliere il senso profondo del movimento, che non punta all'egemonia della donna sull'uomo ma alla parità di genere. Questo principio viene analizzato all'interno del settore dell’urbanistica. Gli studi delle femministe della fine del Novecento (tra cui Dolores Hayden e Jane Jacobs) circa la pianificazione urbana di quel periodo, aprono ad un’attenta analisi della costruzione delle città. Gli spazi urbani sono pianificati su misura di uomini bianchi adulti e lavoratori, senza considerare le diversità individuali presenti all'interno della città, creando ulteriori disuguaglianze. Nell'elaborato viene studiata la situazione delle donne nella città, tra difficoltà, discriminazioni e disuguaglianze fino a giungere a pratiche positive che riescano a creare una “città di genere”. Con quest’ultimo termine si intende descrivere una trasposizione, nella pratica cittadina, dei principi femministi, andando a creare una città che sia attenta alle donne e attenta a tutti.
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