Il tema principale su cui si sviluppa questa tesi è quello dell’interazione tra animali umani e animali non-umani (come consigliano gli human-animal studies più recenti), analizzando, nello specifico, lo sviluppo dei rapporti che si vengono a creare tra i volontari dell’Ente Nazionale Protezione Animali della sezione di Brescia e gli animali non-umani recuperati e accolti nella sede operativa o nelle case dei volontari stessi. La ricerca si è svolta partecipando attivamente alle attività dell’ente come volontaria, in modo da poter non solo osservare e analizzare le pratiche corporee dei soggetti interessati, ma anche incorporarle. In questa analisi, ricorrendo agli studi di Donna Haraway, Tim Ingold e Roberto Marchesini, gli animali non-umani assumono un ruolo fondamentale nella costruzione dell’identità umana. Essi non sono più “buoni da pensare”, come sosterrebbe Lévi-Strauss, o “buoni da mangiare”, come, invece, direbbe Marvin Harris, bensì entità agenti con i quali “si vive”. “Vivere con” e non semplicemente “possedere” un animale non-umano comporta un’apertura intersoggettiva, implica la costruzione di un rapporto di empatia. Risulta, quindi, necessario soffermarsi sulle esperienze vissute dai singoli (animali umani e non), sulle influenze reciproche, sulle emozioni che entrano in campo, come esse vengono gestite e come esse condizionano le azioni dei soggetti interessati.

ENPA.TIA. Etnografia sul rapporto animali umani e animali non-umani tra i volontari di un’associazione animalista nel territorio bresciano.

Bianchetti, Alice Elvira
2023/2024

Abstract

Il tema principale su cui si sviluppa questa tesi è quello dell’interazione tra animali umani e animali non-umani (come consigliano gli human-animal studies più recenti), analizzando, nello specifico, lo sviluppo dei rapporti che si vengono a creare tra i volontari dell’Ente Nazionale Protezione Animali della sezione di Brescia e gli animali non-umani recuperati e accolti nella sede operativa o nelle case dei volontari stessi. La ricerca si è svolta partecipando attivamente alle attività dell’ente come volontaria, in modo da poter non solo osservare e analizzare le pratiche corporee dei soggetti interessati, ma anche incorporarle. In questa analisi, ricorrendo agli studi di Donna Haraway, Tim Ingold e Roberto Marchesini, gli animali non-umani assumono un ruolo fondamentale nella costruzione dell’identità umana. Essi non sono più “buoni da pensare”, come sosterrebbe Lévi-Strauss, o “buoni da mangiare”, come, invece, direbbe Marvin Harris, bensì entità agenti con i quali “si vive”. “Vivere con” e non semplicemente “possedere” un animale non-umano comporta un’apertura intersoggettiva, implica la costruzione di un rapporto di empatia. Risulta, quindi, necessario soffermarsi sulle esperienze vissute dai singoli (animali umani e non), sulle influenze reciproche, sulle emozioni che entrano in campo, come esse vengono gestite e come esse condizionano le azioni dei soggetti interessati.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/14675