Attraverso l’analisi della documentazione raccolta nelle “Leggi statutarie per il buon governo della provincia d’Istria”, pubblicate nel 1757 per ordine del podestà e capitano di Capodistria Lorenzo Paruta, questo lavoro cerca di evidenziare i tempi e i modi in cui la carica capodistriana assunse molteplici competenze di natura provinciale. Il primo capitolo propone una rassegna bibliografica di studiosi degli ordinamenti istriani e una panoramica della storia della penisola dal Medioevo al Settecento, mentre i capitoli successivi indagano le “Leggi” seguendone l’originaria suddivisione in libri. L’obiettivo è quello di definire la posizione del podestà di Capodistria nel ruolo di supervisore rispetto a svariate materie inerenti l’intera Istria veneta, che la Dominante gli affidò pur nella volontà di mantenere intatto il policentrismo delle varie comunità. In particolare, l’analisi approfondita delle deliberazioni e delle terminazioni emanate nella prima metà del Settecento vuole cogliere le peculiarità e le problematiche di fondo di una fase storica ben determinata, in cui il “buon governo” era ancora da intendersi in un’ottica di conservazione delle istituzioni secolari. Emergono soprattutto la tensione fra le comunità istriane e la continua necessità di ribadire l’autorità di Capodistria, l’inarrestabile ascesa di Trieste e i difficili rapporti con gli Arciducali, il controllo delle istituzioni creditizie e finanziarie, l’affermarsi di nuovi settori economici e la diffusione del contrabbando.

Istria Settecento “Leggi statutarie per il buon governo della provincia d’Istria” (1757)

Barichello, Giulia
2018/2019

Abstract

Attraverso l’analisi della documentazione raccolta nelle “Leggi statutarie per il buon governo della provincia d’Istria”, pubblicate nel 1757 per ordine del podestà e capitano di Capodistria Lorenzo Paruta, questo lavoro cerca di evidenziare i tempi e i modi in cui la carica capodistriana assunse molteplici competenze di natura provinciale. Il primo capitolo propone una rassegna bibliografica di studiosi degli ordinamenti istriani e una panoramica della storia della penisola dal Medioevo al Settecento, mentre i capitoli successivi indagano le “Leggi” seguendone l’originaria suddivisione in libri. L’obiettivo è quello di definire la posizione del podestà di Capodistria nel ruolo di supervisore rispetto a svariate materie inerenti l’intera Istria veneta, che la Dominante gli affidò pur nella volontà di mantenere intatto il policentrismo delle varie comunità. In particolare, l’analisi approfondita delle deliberazioni e delle terminazioni emanate nella prima metà del Settecento vuole cogliere le peculiarità e le problematiche di fondo di una fase storica ben determinata, in cui il “buon governo” era ancora da intendersi in un’ottica di conservazione delle istituzioni secolari. Emergono soprattutto la tensione fra le comunità istriane e la continua necessità di ribadire l’autorità di Capodistria, l’inarrestabile ascesa di Trieste e i difficili rapporti con gli Arciducali, il controllo delle istituzioni creditizie e finanziarie, l’affermarsi di nuovi settori economici e la diffusione del contrabbando.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/1461