Questa tesi si propone di trattare le pratiche curatoriali adottate nei musei della moda italiani, investigando in particolare quelle adottate dal museo aziendale Gucci Garden di Firenze. Una prima parte introduttiva tratta delle principali occasioni espositive di moda in Italia, tracciandone al contempo l’evoluzione storica. Lo sviluppo più recente del fashion curating viene inoltre rappresentato dall’analisi di due mostre italiane, Bellissima e Italiana, e di una internazionale, Heavenly Bodies, tenutasi al Costume Institute di New York. Si sono poste a confronto tre istituzioni pubbliche per la conservazione e l’esposizione di abiti – il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti, il Museo di Palazzo Mocenigo e il Museo Costume Moda Immagine di Palazzo Morando – e tre musei privati, di altrettanti brand di moda italiani – il Museo Ferragamo, l’Armani/Silos e il Valentino Garavani Virtual Museum. Infine, l’ultimo capitolo si occupa nello specifico del museo aziendale Gucci a Firenze, descrivendone l’allestimento, a partire dalla sua apertura fino alle più recenti modifiche espositive. Attraverso l’analisi di tali spazi espositivi si è voluto indagare quali sono i vantaggi e gli ostacoli di ognuna delle differenti tipologie di istituzione museale, soprattutto facendo riferimento all’obiettivo di valorizzazione della storia e della moda italiana, oltre che dei suoi protagonisti.

FASHION CURATING: pratiche curatoriali per i musei della MODA. Il caso del GUCCI GARDEN

Castiglioni, Elena
2020/2021

Abstract

Questa tesi si propone di trattare le pratiche curatoriali adottate nei musei della moda italiani, investigando in particolare quelle adottate dal museo aziendale Gucci Garden di Firenze. Una prima parte introduttiva tratta delle principali occasioni espositive di moda in Italia, tracciandone al contempo l’evoluzione storica. Lo sviluppo più recente del fashion curating viene inoltre rappresentato dall’analisi di due mostre italiane, Bellissima e Italiana, e di una internazionale, Heavenly Bodies, tenutasi al Costume Institute di New York. Si sono poste a confronto tre istituzioni pubbliche per la conservazione e l’esposizione di abiti – il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti, il Museo di Palazzo Mocenigo e il Museo Costume Moda Immagine di Palazzo Morando – e tre musei privati, di altrettanti brand di moda italiani – il Museo Ferragamo, l’Armani/Silos e il Valentino Garavani Virtual Museum. Infine, l’ultimo capitolo si occupa nello specifico del museo aziendale Gucci a Firenze, descrivendone l’allestimento, a partire dalla sua apertura fino alle più recenti modifiche espositive. Attraverso l’analisi di tali spazi espositivi si è voluto indagare quali sono i vantaggi e gli ostacoli di ognuna delle differenti tipologie di istituzione museale, soprattutto facendo riferimento all’obiettivo di valorizzazione della storia e della moda italiana, oltre che dei suoi protagonisti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/14380