Ripercorrendo Sud e Magia di Ernesto de Martino, il presente lavoro conduce il lettore in Calabria alla ricerca delle tracce del mondo magico-religioso. A Calimera, piccola frazione collinare che si affaccia sul Tirreno, formule, preghiere, riti della bassa magia cerimoniale sembrano resistere ai cambiamenti culturali e sociali. Il ricorso ai padri spirituali, i pellegrinaggi ai santuari e i racconti delle donne più anziane sul rapporto con i loro defunti sono tutti espedienti che aiutano l’individuo a trovare sollievo e risposte a vecchi e nuovi problemi della nostra società. La sopravvivenza di queste pratiche può spiegarsi con l’immutato bisogno dell’uomo di destorificare la minaccia del negativo e far fronte alla crisi della presenza. Se un tempo la pressione e l’incombenza del negativo facevano della magia l’ancora di salvataggio, anche oggi la presenza può entrare in crisi e aver bisogno di essere riscattata attraverso l’azione dei riti e dei simboli. È con queste premesse che gli uomini e le donne calimeresi rappresenteranno un mondo in cui il simbolismo mitico-rituale concorre ancora oggi a preservare la presenza, l’unità del Sé, quella che per de Martino era intesa come l’autonomia dell’individuo rispetto al mondo e agli altri e la capacità di agire attivamente.

SULLE TRACCE DEL MONDO MAGICO. MAGIA E RELIGIONE TRA GLI ABITANTI DI CALIMERA CALABRA.

Ceravolo, Maria Concetta
2022/2023

Abstract

Ripercorrendo Sud e Magia di Ernesto de Martino, il presente lavoro conduce il lettore in Calabria alla ricerca delle tracce del mondo magico-religioso. A Calimera, piccola frazione collinare che si affaccia sul Tirreno, formule, preghiere, riti della bassa magia cerimoniale sembrano resistere ai cambiamenti culturali e sociali. Il ricorso ai padri spirituali, i pellegrinaggi ai santuari e i racconti delle donne più anziane sul rapporto con i loro defunti sono tutti espedienti che aiutano l’individuo a trovare sollievo e risposte a vecchi e nuovi problemi della nostra società. La sopravvivenza di queste pratiche può spiegarsi con l’immutato bisogno dell’uomo di destorificare la minaccia del negativo e far fronte alla crisi della presenza. Se un tempo la pressione e l’incombenza del negativo facevano della magia l’ancora di salvataggio, anche oggi la presenza può entrare in crisi e aver bisogno di essere riscattata attraverso l’azione dei riti e dei simboli. È con queste premesse che gli uomini e le donne calimeresi rappresenteranno un mondo in cui il simbolismo mitico-rituale concorre ancora oggi a preservare la presenza, l’unità del Sé, quella che per de Martino era intesa come l’autonomia dell’individuo rispetto al mondo e agli altri e la capacità di agire attivamente.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/14256