Nel Novecento la nascita della regia a teatro determina un nuovo approccio nella messa in scena dei drammi e successivamente anche dei melodrammi, in quanto la regia lirica si afferma in Italia soltanto dagli anni Cinquanta del Novecento. Il regista in ambito lirico ha un ruolo più complesso, poiché deve unire diverse componenti, quali la musica, la drammaturgia e le arti figurative, trovando un equilibrio con il direttore d’orchestra. Dalla seconda metà del Novecento in poi i registi incominciano ad interpretare i libretti d’opera, servendosi della scenografia, dei costumi e delle azioni dei cantanti/attori per far trasparire la loro visione. Agli inizi degli anni Duemila si diffonde il fenomeno relativo alla messa in scena delle opere liriche Ottocentesche in chiave contemporanea, un esempio eclatante è La Traviata portata in scena alla Fenice di Venezia da Robert Carsen, il quale traspone l’opera all’oggi. Molte opere di Giuseppe Verdi si prestano a questo tipo di realizzazione scenica, difatti sono state reinterpretate sotto diversi aspetti nel corso del tempo.Tante di queste sono state realizzate per il Teatro La Fenice di Venezia, che sempre di più ha una programmazione propensa all’innovazione. Secondo la mia visione possiamo individuare tre tipologie di realizzazione scenica in chiave contemporanea, la prima legata alla reinterpretazione del libretto, la seconda attraverso l’utilizzo delle installazioni artistiche, infine vi sono quelle di tipo minimalista. I registi lirici d’oggi, portano in scena opere appartenenti ad un’altra epoca secondo i codici della nostra società contemporanea al fine di promuovere un genere così alto come quello lirico anche fra i giovani e far rivivere in un nuovo modo i melodrammi noti a chi frequenta l’ambiente della lirica.

La messa in scena delle opere liriche ottocentesche in chiave contemporanea Caso studio: La Traviata del regista Robert Carsen

Braut, Ginevra
2024/2025

Abstract

Nel Novecento la nascita della regia a teatro determina un nuovo approccio nella messa in scena dei drammi e successivamente anche dei melodrammi, in quanto la regia lirica si afferma in Italia soltanto dagli anni Cinquanta del Novecento. Il regista in ambito lirico ha un ruolo più complesso, poiché deve unire diverse componenti, quali la musica, la drammaturgia e le arti figurative, trovando un equilibrio con il direttore d’orchestra. Dalla seconda metà del Novecento in poi i registi incominciano ad interpretare i libretti d’opera, servendosi della scenografia, dei costumi e delle azioni dei cantanti/attori per far trasparire la loro visione. Agli inizi degli anni Duemila si diffonde il fenomeno relativo alla messa in scena delle opere liriche Ottocentesche in chiave contemporanea, un esempio eclatante è La Traviata portata in scena alla Fenice di Venezia da Robert Carsen, il quale traspone l’opera all’oggi. Molte opere di Giuseppe Verdi si prestano a questo tipo di realizzazione scenica, difatti sono state reinterpretate sotto diversi aspetti nel corso del tempo.Tante di queste sono state realizzate per il Teatro La Fenice di Venezia, che sempre di più ha una programmazione propensa all’innovazione. Secondo la mia visione possiamo individuare tre tipologie di realizzazione scenica in chiave contemporanea, la prima legata alla reinterpretazione del libretto, la seconda attraverso l’utilizzo delle installazioni artistiche, infine vi sono quelle di tipo minimalista. I registi lirici d’oggi, portano in scena opere appartenenti ad un’altra epoca secondo i codici della nostra società contemporanea al fine di promuovere un genere così alto come quello lirico anche fra i giovani e far rivivere in un nuovo modo i melodrammi noti a chi frequenta l’ambiente della lirica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/1384