Liang Xiaosheng (1949 ̶) è uno scrittore cinese contemporaneo. Quand'era adolescente, durante il periodo della Rivoluzione Culturale, si è recato come Guardia Rossa, insieme a molti altri giovani della sua generazione, nelle campagne delle Grandi Lande del Nord per partecipare al programma di rieducazione di Mao Zedong; quest'esperienza ha influenzato profondamente la sua vita e le sue opere letterarie. Egli è apparso sulla scena letteraria cinese all'inizio degli anni Ottanta, dopo essere ritornato in città alla fine della Rivoluzione Culturale. Le sue opere, inizialmente, trattano non solo della vita dei "giovani istruiti", gli zhiqing, durante il loro soggiorno nelle campagne, ma anche del loro senso di smarrimento al loro ritorno nelle zone urbane. In seguito, durante gli anni Novanta, l'attenzione dell'autore si concentra sul degrado e sulla corruzione della società cinese durante il periodo della modernizzazione: nonostante le riforme economiche abbiano portato benefici alla maggior parte del popolo cinese, tuttavia la crescente ricchezza sta facendo perdere di vista quelli che sono i valori essenziali nella vita delle persone. Liang Xiaosheng critica il fatto che, ormai, sia diventato più importante ricercare il profitto personale piuttosto che coltivare i propri affetti e la propria morale. Il suo romanzo breve Jisha ("Istigazione all'omicidio") tratta proprio questa tematica. Il protagonista della storia è Han Debao, un trentenne cinese che, nonostante provenga da una famiglia molto povera, è riuscito a fare carriera e ora è direttore del "Dipartimento per le relazioni col pubblico" di un'azienda sino-giapponese che produce spremitori. Per arrivare a questo livello, tuttavia, ha usato qualsiasi mezzo e qualsiasi strategia, soprattutto per compiacere il suo capo giapponese, Matsui Iwane. Quando però quest'ultimo ritiene che Han Debao non gli sia più di alcuna utilità, lo licenzia senza dargli una spiegazione convincente, e questo porta il protagonista, che considera il signor Iwane come un padre, a compiere un gesto estremo.

"Istigazione all'omicidio": proposta di traduzione e commento al romanzo breve di Liang Xiaosheng

Uggeri, Elisa
2015/2016

Abstract

Liang Xiaosheng (1949 ̶) è uno scrittore cinese contemporaneo. Quand'era adolescente, durante il periodo della Rivoluzione Culturale, si è recato come Guardia Rossa, insieme a molti altri giovani della sua generazione, nelle campagne delle Grandi Lande del Nord per partecipare al programma di rieducazione di Mao Zedong; quest'esperienza ha influenzato profondamente la sua vita e le sue opere letterarie. Egli è apparso sulla scena letteraria cinese all'inizio degli anni Ottanta, dopo essere ritornato in città alla fine della Rivoluzione Culturale. Le sue opere, inizialmente, trattano non solo della vita dei "giovani istruiti", gli zhiqing, durante il loro soggiorno nelle campagne, ma anche del loro senso di smarrimento al loro ritorno nelle zone urbane. In seguito, durante gli anni Novanta, l'attenzione dell'autore si concentra sul degrado e sulla corruzione della società cinese durante il periodo della modernizzazione: nonostante le riforme economiche abbiano portato benefici alla maggior parte del popolo cinese, tuttavia la crescente ricchezza sta facendo perdere di vista quelli che sono i valori essenziali nella vita delle persone. Liang Xiaosheng critica il fatto che, ormai, sia diventato più importante ricercare il profitto personale piuttosto che coltivare i propri affetti e la propria morale. Il suo romanzo breve Jisha ("Istigazione all'omicidio") tratta proprio questa tematica. Il protagonista della storia è Han Debao, un trentenne cinese che, nonostante provenga da una famiglia molto povera, è riuscito a fare carriera e ora è direttore del "Dipartimento per le relazioni col pubblico" di un'azienda sino-giapponese che produce spremitori. Per arrivare a questo livello, tuttavia, ha usato qualsiasi mezzo e qualsiasi strategia, soprattutto per compiacere il suo capo giapponese, Matsui Iwane. Quando però quest'ultimo ritiene che Han Debao non gli sia più di alcuna utilità, lo licenzia senza dargli una spiegazione convincente, e questo porta il protagonista, che considera il signor Iwane come un padre, a compiere un gesto estremo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/13568