Lo Šāhnāme di Ferdowsi è stato convenzionalmente suddiviso in tre grandi sezioni: una prima parte “mitologica” nella quale si descrive la creazione del mondo e l’operato dei primi sovrani, i quali resero l’umanità ciò che è introducendo uno dopo l’altro i comportamenti caratteristici della società civilizzata, una seconda parte “eroica” che narra le gesta guerriere dei re e degli eroi leggendari che lottarono per millenni contro i nemici dell’Iran, in particolare i turanici di Afrāsyāb, e una terza parte “storica” che contiene racconti, seppur spesso frammisti a materiale leggendario, riguardanti personaggi storici come Alessandro Magno e i sovrani della dinastia sasanide. Il racconto di Rostam ed Esfandyār si colloca proprio al confine fra la seconda parte e la terza, fungendo per molti aspetti da riassunto delle prime due sezioni di questa “storia universale”. La contesa fra i due protagonisti è, infatti, scandita da una serie di discussioni che richiamano la maggior parte dei fatti precedenti. L’analisi di questo racconto, tradotto sulla base della nuova edizione critica completata nel 2008 dal prof. Ḵāleqi Moṭlaq, oltre a valorizzarne il notevole valore artistico, consente di mettere in evidenza alcuni aspetti fondamentali dell’opera di Ferdowsi, sia dal punto di vista stilistico sia da quello contenutistico. Il brano è stato scelto giacché esemplifica in modo eccellente sia l’uso che il poeta fa delle sue fonti e la sua propria arte retorica sia il modo in cui concepiva il suo capolavoro. Lungi dall’essere un semplice elogio cieco della regalità, lo Šāhnāme è infatti la rappresentazione dell’uomo, con tutti i suoi pregi, i suoi difetti, i suoi desideri e le sue paure.

Racconto di Rostam ed Esfandyār, traduzione e commento

Brotto, Giacomo
2022/2023

Abstract

Lo Šāhnāme di Ferdowsi è stato convenzionalmente suddiviso in tre grandi sezioni: una prima parte “mitologica” nella quale si descrive la creazione del mondo e l’operato dei primi sovrani, i quali resero l’umanità ciò che è introducendo uno dopo l’altro i comportamenti caratteristici della società civilizzata, una seconda parte “eroica” che narra le gesta guerriere dei re e degli eroi leggendari che lottarono per millenni contro i nemici dell’Iran, in particolare i turanici di Afrāsyāb, e una terza parte “storica” che contiene racconti, seppur spesso frammisti a materiale leggendario, riguardanti personaggi storici come Alessandro Magno e i sovrani della dinastia sasanide. Il racconto di Rostam ed Esfandyār si colloca proprio al confine fra la seconda parte e la terza, fungendo per molti aspetti da riassunto delle prime due sezioni di questa “storia universale”. La contesa fra i due protagonisti è, infatti, scandita da una serie di discussioni che richiamano la maggior parte dei fatti precedenti. L’analisi di questo racconto, tradotto sulla base della nuova edizione critica completata nel 2008 dal prof. Ḵāleqi Moṭlaq, oltre a valorizzarne il notevole valore artistico, consente di mettere in evidenza alcuni aspetti fondamentali dell’opera di Ferdowsi, sia dal punto di vista stilistico sia da quello contenutistico. Il brano è stato scelto giacché esemplifica in modo eccellente sia l’uso che il poeta fa delle sue fonti e la sua propria arte retorica sia il modo in cui concepiva il suo capolavoro. Lungi dall’essere un semplice elogio cieco della regalità, lo Šāhnāme è infatti la rappresentazione dell’uomo, con tutti i suoi pregi, i suoi difetti, i suoi desideri e le sue paure.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/13508