Il progetto “Virtual ryuugaku for real interactions: collaborative empowerment and SDGs” (01/10/2022-31/11/2022) finanziato dalla Japan Foundation si è svolto in modalità duale presso l’Università Ca’ Foscari Venezia durante la pandemia di COVID-19. La ricerca indaga i luoghi che gli studenti hanno creato e come la loro struttura e le attività hanno influenzato eventuali empowerment. Un ruolo chiave sembra essere svolto dal fattore “comfort”, citato in 7 dei 13 diari di bordo dei facilitatori. Ci si domanda: che ruolo ha avuto il fattore “comfort” nella costruzione, da parte degli studenti partecipanti e dei facilitatori, di luoghi all’interno di lezioni basate su modalità active learning collegate a riflessioni ricerca-azione? C’è una correlazione tra il fattore “comfort” e l’operato dei facilitatori nella creazione di questi “luoghi” e al loro interno per stimolare gli studenti a proseguire le attività senza tuttavia limitare la loro autonomia? I dati raccolti saranno analizzati con un approccio qualitativo integrato da uno quantitativo. I risultati saranno analizzati secondo le teorie di “nonluogo” (Marc Augé, 2009) e “spazio transizionale” (Donald Winnicott, 1974) nella rielaborazione di Elizabeth Ellsworth (2005) per comprendere i molteplici luoghi via via costruiti e definiti durante il progetto, dal punto di vista strutturale e valoriale. Il risultato atteso è che il “comfort” si possa considerare un “oggetto transazionale”, funzionale al raggiungimento di empowerment.

Un passo fuori dalla comfort zone, un passo verso l’empowerment? “Comfort” e “luoghi” sviluppati all’interno del progetto “Virtual ryuugaku for real interactions: collaborative empowerment and SDGs” in prospettiva ricerca-azione

Scarfo', Rosaria
2023/2024

Abstract

Il progetto “Virtual ryuugaku for real interactions: collaborative empowerment and SDGs” (01/10/2022-31/11/2022) finanziato dalla Japan Foundation si è svolto in modalità duale presso l’Università Ca’ Foscari Venezia durante la pandemia di COVID-19. La ricerca indaga i luoghi che gli studenti hanno creato e come la loro struttura e le attività hanno influenzato eventuali empowerment. Un ruolo chiave sembra essere svolto dal fattore “comfort”, citato in 7 dei 13 diari di bordo dei facilitatori. Ci si domanda: che ruolo ha avuto il fattore “comfort” nella costruzione, da parte degli studenti partecipanti e dei facilitatori, di luoghi all’interno di lezioni basate su modalità active learning collegate a riflessioni ricerca-azione? C’è una correlazione tra il fattore “comfort” e l’operato dei facilitatori nella creazione di questi “luoghi” e al loro interno per stimolare gli studenti a proseguire le attività senza tuttavia limitare la loro autonomia? I dati raccolti saranno analizzati con un approccio qualitativo integrato da uno quantitativo. I risultati saranno analizzati secondo le teorie di “nonluogo” (Marc Augé, 2009) e “spazio transizionale” (Donald Winnicott, 1974) nella rielaborazione di Elizabeth Ellsworth (2005) per comprendere i molteplici luoghi via via costruiti e definiti durante il progetto, dal punto di vista strutturale e valoriale. Il risultato atteso è che il “comfort” si possa considerare un “oggetto transazionale”, funzionale al raggiungimento di empowerment.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/13410