La tesi è dedicata al lavoro sperimentale di Nanda Vigo (Milano, 1936-2020), artista, architetto e designer, legata a personalità di spicco come Lucio Fontana (1899-1968) e Gio Ponti (1891-1979). Figura poliedrica, capace di coniugare arte, architettura e design, Vigo avvia una ricerca personale indirizzata alla produzione di nuove relazioni spaziali, con particolare riferimento all’utilizzo della luce negli ambienti, tanto da essere definita “artista ambientalista”. Le sue opere impiegano principi filosofici piuttosto che estetici per generare esperienze sensoriali negli spettatori. In particolare, le sculture in vetro scanalato e alluminio, spesso illuminate da una luce diffusa al neon in cui quest’ultima si diffonde, crea atmosfera, crea lo spazio e lo invade ed è attraverso i suoi materiali, combinati con la stessa, che Vigo crea le sue ambientazioni. L’eredità, lasciata da Vigo, non è soltanto nell’aver saputo eccellere in tutti e tre i campi dell’arte indistintamente, ma soprattutto nell’aver creato una libertà verso l’immagine di cui generalmente non siamo padroni. Le sue opere non sono oggetti, le sue opere sono ambienti di ieri ma anche del nostro domani, per cui lo spettatore è chiamato a viversi la sua libertà, libertà di reagire, di scoprire, di interpretare, di andare oltre l’immagine, di andare… un po’ più in là nello spazio
Nanda Vigo – un rapporto interdisciplinare tra arte, design, architettura e ambiente
Caramel, Elena
2024/2025
Abstract
La tesi è dedicata al lavoro sperimentale di Nanda Vigo (Milano, 1936-2020), artista, architetto e designer, legata a personalità di spicco come Lucio Fontana (1899-1968) e Gio Ponti (1891-1979). Figura poliedrica, capace di coniugare arte, architettura e design, Vigo avvia una ricerca personale indirizzata alla produzione di nuove relazioni spaziali, con particolare riferimento all’utilizzo della luce negli ambienti, tanto da essere definita “artista ambientalista”. Le sue opere impiegano principi filosofici piuttosto che estetici per generare esperienze sensoriali negli spettatori. In particolare, le sculture in vetro scanalato e alluminio, spesso illuminate da una luce diffusa al neon in cui quest’ultima si diffonde, crea atmosfera, crea lo spazio e lo invade ed è attraverso i suoi materiali, combinati con la stessa, che Vigo crea le sue ambientazioni. L’eredità, lasciata da Vigo, non è soltanto nell’aver saputo eccellere in tutti e tre i campi dell’arte indistintamente, ma soprattutto nell’aver creato una libertà verso l’immagine di cui generalmente non siamo padroni. Le sue opere non sono oggetti, le sue opere sono ambienti di ieri ma anche del nostro domani, per cui lo spettatore è chiamato a viversi la sua libertà, libertà di reagire, di scoprire, di interpretare, di andare oltre l’immagine, di andare… un po’ più in là nello spazioFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/1308