Tra il 1550 e il 1553 Jacopo Tintoretto (1519-1594) realizza a Venezia un ciclo di cinque storie tratte dalla Genesi per la Scuola della SS. Trinità. Il primo di questi dipinti, la Creazione degli animali, non ha particolarmente attratto l’attenzione della critica, seppur destinato a un importante sodalizio laico e pubblico. L’elemento distintivo del telero, che è al contempo uno scarto iconografico rispetto alla tradizionale rappresentazione dell’episodio biblico, è il risalto conferito dal pittore ai pesci attraverso una resa fortemente naturalistica dei dettagli tipici delle diverse specie. Questa ricerca tenterà di comprendere le ragioni di tale “scelta artistica”. La metodologia adottata ha seguito parallelamente tre direttrici principali: lettura e analisi del fondo archivistico della Scuola della SS. Trinità, indagine critica della trattatistica ittiologica del ‘500 e confronti del dipinto in oggetto con altre opere raffiguranti il medesimo soggetto iconografico. I risultati della ricerca inducono a considerare che le possibili ragioni di questa particolare iconografia siano dovute da un lato al contestuale sviluppo e diffusione dei trattati di ittiologia, con relative illustrazioni scientifiche, delle raffigurazioni di pesci in ambiti laici ed ecclesiasti, di cui Venezia rappresenta un polo privilegiato tra gli anni ’40 e ’60 del Cinquecento., e dall’altro ad una specifica committenza legata tanto alla comunità dei pescatori nicolotti quanto all’arte dei Compravendipesce.

La Creazione degli animali di Jacopo Tintoretto per la Scuola della Santissima Trinità. Illustrazione scientifica e pitture di pesci.

Ragusa, Fulvio
2022/2023

Abstract

Tra il 1550 e il 1553 Jacopo Tintoretto (1519-1594) realizza a Venezia un ciclo di cinque storie tratte dalla Genesi per la Scuola della SS. Trinità. Il primo di questi dipinti, la Creazione degli animali, non ha particolarmente attratto l’attenzione della critica, seppur destinato a un importante sodalizio laico e pubblico. L’elemento distintivo del telero, che è al contempo uno scarto iconografico rispetto alla tradizionale rappresentazione dell’episodio biblico, è il risalto conferito dal pittore ai pesci attraverso una resa fortemente naturalistica dei dettagli tipici delle diverse specie. Questa ricerca tenterà di comprendere le ragioni di tale “scelta artistica”. La metodologia adottata ha seguito parallelamente tre direttrici principali: lettura e analisi del fondo archivistico della Scuola della SS. Trinità, indagine critica della trattatistica ittiologica del ‘500 e confronti del dipinto in oggetto con altre opere raffiguranti il medesimo soggetto iconografico. I risultati della ricerca inducono a considerare che le possibili ragioni di questa particolare iconografia siano dovute da un lato al contestuale sviluppo e diffusione dei trattati di ittiologia, con relative illustrazioni scientifiche, delle raffigurazioni di pesci in ambiti laici ed ecclesiasti, di cui Venezia rappresenta un polo privilegiato tra gli anni ’40 e ’60 del Cinquecento., e dall’altro ad una specifica committenza legata tanto alla comunità dei pescatori nicolotti quanto all’arte dei Compravendipesce.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/11896