Il presente lavoro ha come oggetto il concetto di umorismo concepito dalla mente di Luigi Pirandello. In particolare, si pone l’attenzione su Giordano Bruno, maestro della coincidentia oppositorum, e sulla sua commedia satirica Il Candelaio. Quest’autore offre notevoli spunti. Mi hanno spinto a esaminare l’argomento l’interesse nei confronti di entrambi gli autori e il desiderio di approfondirne il legame. L’obiettivo di questa tesi di laurea, infatti, è quello di fornire un’analisi accurata che mostri come Bruno, per Pirandello, sia stato uno degli anticipatori della poetica umoristica. Per raggiungere questo scopo, si confrontano alcune opere di entrambi gli intellettuali vissuti a distanza di secoli: il Nolano nella seconda metà del Cinquecento, il Girgentino, come noto, tra fine Ottocento e primo Novecento. In tal modo risulta possibile comprendere pienamente come il Nolano realizzi l’Umorismo nel Candelaio e come Pirandello lo applichi nell’Esclusa e nel Fu Mattia Pascal, scritti precedenti l’Umorismo. Saggio. La tesi è articolata in tre capitoli. Nel primo s’introduce l’Umorismo di Pirandello, toccando le prime due edizioni (1908 e 1920), si spiega che cosa s’intende per sentimento del contrario, si delineano i personaggi paradigmatici della visione umoristica e si affronta il passo del saggio sugli umoristi italiani. Nel secondo si analizza la figura di Bruno, guardandolo sotto l’ottica pirandelliana di umorista. Dopo la biografia, incentrata sugli anni trascorsi in Francia e in Inghilterra (1581-1585), si esaminano in particolare i dialoghi londinesi e il Candelaio (1582). Il terzo capitolo si concentra sull’Esclusa (ideata nel 1893 e pubblicata nel 1901) e sul Fu Mattia Pascal (1904), dimostrando come in Pirandello teoria e produzione letteraria vadano di pari passo. È probabile, anzi, che dopo il Fu Mattia lo scrittore siciliano abbia avvertito l’esigenza di sistemare teoricamente la propria ideologia.

Giordano Bruno, se permettete!

Ghezzo, Margherita
2024/2025

Abstract

Il presente lavoro ha come oggetto il concetto di umorismo concepito dalla mente di Luigi Pirandello. In particolare, si pone l’attenzione su Giordano Bruno, maestro della coincidentia oppositorum, e sulla sua commedia satirica Il Candelaio. Quest’autore offre notevoli spunti. Mi hanno spinto a esaminare l’argomento l’interesse nei confronti di entrambi gli autori e il desiderio di approfondirne il legame. L’obiettivo di questa tesi di laurea, infatti, è quello di fornire un’analisi accurata che mostri come Bruno, per Pirandello, sia stato uno degli anticipatori della poetica umoristica. Per raggiungere questo scopo, si confrontano alcune opere di entrambi gli intellettuali vissuti a distanza di secoli: il Nolano nella seconda metà del Cinquecento, il Girgentino, come noto, tra fine Ottocento e primo Novecento. In tal modo risulta possibile comprendere pienamente come il Nolano realizzi l’Umorismo nel Candelaio e come Pirandello lo applichi nell’Esclusa e nel Fu Mattia Pascal, scritti precedenti l’Umorismo. Saggio. La tesi è articolata in tre capitoli. Nel primo s’introduce l’Umorismo di Pirandello, toccando le prime due edizioni (1908 e 1920), si spiega che cosa s’intende per sentimento del contrario, si delineano i personaggi paradigmatici della visione umoristica e si affronta il passo del saggio sugli umoristi italiani. Nel secondo si analizza la figura di Bruno, guardandolo sotto l’ottica pirandelliana di umorista. Dopo la biografia, incentrata sugli anni trascorsi in Francia e in Inghilterra (1581-1585), si esaminano in particolare i dialoghi londinesi e il Candelaio (1582). Il terzo capitolo si concentra sull’Esclusa (ideata nel 1893 e pubblicata nel 1901) e sul Fu Mattia Pascal (1904), dimostrando come in Pirandello teoria e produzione letteraria vadano di pari passo. È probabile, anzi, che dopo il Fu Mattia lo scrittore siciliano abbia avvertito l’esigenza di sistemare teoricamente la propria ideologia.
2024-03-21
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