Il termine ‘auto-etnografia’ fa riferimento alla ricerca etnografica nel mondo socio-culturale di cui il ricercatore è pieno membro. Il mondo socio-culturale oggetto della tesi è la rete di individui e famiglie che ha scelto di riabitare i piccoli borghi abbandonati dell’Oltrepò montano e di dare vita ad una progetto educativo per bambini in età prescolare, e la ricercatrice è anche uno dei genitori coinvolti nel progetto. Attraverso una analisi qualitativa basata su interviste semi-strutturate, la tesi ricostruisce interpreta e contestualizza i vissuti e le riflessioni di un gruppo di adulti che sceglie di portare avanti un progetto educativo senza affidarsi ad un modello pedagogico prestabilito, ma sperimentando nella pratica quotidiana e procedendo parallelamente in un percorso di confronto, in-formazione e messa in discussione che non ha come unico orizzonte l’educazione dei bambini e della bambine, ma anche la crescita degli adulti. Al centro del progetto educativo ci sono la natura come maestra; il tempo per osservare, provare, sbagliare e correggersi da soli; le attività manuali, che non sono vissute in alternativa al lavoro intellettuale, perché usare con destrezza le mani allena il cervello a ragionare; e l’idea che ‘per educare un bambino ci vuole un intero villaggio’.

A scuola nel Boscovillaggio. Auto-etnografia di un progetto educativo collettivo.

De Luca, Viviana
2017/2018

Abstract

Il termine ‘auto-etnografia’ fa riferimento alla ricerca etnografica nel mondo socio-culturale di cui il ricercatore è pieno membro. Il mondo socio-culturale oggetto della tesi è la rete di individui e famiglie che ha scelto di riabitare i piccoli borghi abbandonati dell’Oltrepò montano e di dare vita ad una progetto educativo per bambini in età prescolare, e la ricercatrice è anche uno dei genitori coinvolti nel progetto. Attraverso una analisi qualitativa basata su interviste semi-strutturate, la tesi ricostruisce interpreta e contestualizza i vissuti e le riflessioni di un gruppo di adulti che sceglie di portare avanti un progetto educativo senza affidarsi ad un modello pedagogico prestabilito, ma sperimentando nella pratica quotidiana e procedendo parallelamente in un percorso di confronto, in-formazione e messa in discussione che non ha come unico orizzonte l’educazione dei bambini e della bambine, ma anche la crescita degli adulti. Al centro del progetto educativo ci sono la natura come maestra; il tempo per osservare, provare, sbagliare e correggersi da soli; le attività manuali, che non sono vissute in alternativa al lavoro intellettuale, perché usare con destrezza le mani allena il cervello a ragionare; e l’idea che ‘per educare un bambino ci vuole un intero villaggio’.
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